venerdì, febbraio 18, 2005

A letter from the heart

Oggi dopo tanti anni voglio di nuovo darti del Tu.
Ti ho conosciuta, ero piccola, e ti chiamavo per nome. Restavo giornate intere nella tua casa e Tu mi ci accoglievi con pazienza e naturalezza, ero una compagna di giochi per tuo figlio.
Io forse un po' ero intimidita dalla Tua persona, eppure Tu ti sei sempre mostrata gentile, dolce e premurosa. Quante sere ho mangiato alla Tua tavola e quante volte Ti ho vista andare e venire nell'intento di fare pulizie per la casa.
Quando ero piccola non sapevo che lavorassi.
Quando ero piccola Ti portavo rispetto perchè eri la madre di un mio amico.
Quando ero piccola ero affezionata a quella persona che faceva sempre regali a mia nonna... Tu ci portavi le uova e noi in cambio quando ricevevamo il pesce fresco Te lo regalavamo.

Poi ho scoperto che insegnavi. E in me la frenesia di poter frequentare la Tua stessa scuola mi dava gioia. Io volevo essere tua allieva, lo desideravo con tutto il cuore e così è stato.
Ed è stato così che ho iniziato a darTi del Lei e a portarti rispetto forse prima di tutto per il timore che ci incutevi quando entravi in classe, con la testa alta e ferma e ci insegnavi l'economia come se fosse la materia più facile al mondo.
Però io non ho mai avuto davvero paura di Te. Sapevo chi eri, sapevo com'eri, e ti rispettavo come insegnante. Poi sono trascorsi gli anni e il mio rispetto nei Tuoi confronti si è mutato; non era più il timore di una bambina piccola che entrava in casa di un amico e neanche la deferenza che un alunno deve avere nei confronti di un professore. Ho iniziato a stimarti come Donna.
Una Donna che nella vita ha lottato davvero e ha sempre tenuto la fermezza e la compostezza di ANDARE AVANTI.
Una Donna precisa, ligia al dovere che è riuscita a creare una scuola, a formarla e a darle quello che non aveva mai avuto: un senso.
Ci hai giudato con la tua sicurezza, ci hai spronato quando dovevamo far rivalere i nostri diritti e Sei sempre stata dalla nostra parte. SEMPRE.
Non ci hai insegnato solo ECONOMIA. Tu ci hai insegnato a vivere. Davvero a vivere la nostra vita, a lanciare fuori tutto il nostro impegno, a capire per cosa era giusto lottare e a dosare le nostre azioni.
Ora sono qui e le tue parole mi rimbombano ancora nella testa.
Quando morì mia nonna io non potrò mai dimenticare con quanta fierezza mi guardasti negli occhi quando entrasti in classe e vedesti che ero lì, che adempievo al mio dovere e che non mi lasciavo sopprimere dal dolore. E le tue parole per me sono state e saranno per sempre oro.

Nella vita bisogna pensare a chi siamo. Ci è concesso di soffrire e ciò è umano e normale. Ma dobbiamo sempre ricordarci che non si può mettere da parte il proprio futuro e i propri progetti per piangersi addosso. Non serve a nulla.
Quando morì mia madre la stessa mattina io ero in cattedra al mio posto. E così voglio che siate. Abbiate rispetto nel ricordo e continuate i vostri impegni. Perchè la vita va avanti.

Ma sapevo che per quanto le Tue parole potessero sembrare dure, erano giuste. Perchè ricordavo con quanta tenerezza la sera prima mi desti il tuo sorriso mentre fuori la porta del suo capezzale io piangevo in disparte per non farmi vedere.

Non è stato facile stamattina ritrovarmi nello stesso luogo e dover pensare anche lontanamente di poter piangere adesso per Te.
E non l'ho fatto. A testa alta ho affrontato tutto, nello stesso istante in cui ieri mattina ho messo piede sull'isola avevo già sfogato il mio dolore e mi ero decisa ad essere la persona forte, in memoria di ciò che Tu eri stata, in memoria di ciò che mi hai insegnato.
Non è stato facile darti l'ultimo addio. E' tutto immancabilmente surreale, il sostegno dei ragazzi di questo paese ora sembra svanito.
Eppure non posso fare a meno di pensare alle tue parole, al tuo modo di tenere in su la testa e camminare.
Al modo in cui imponevi la tua autorità e facevi rispettare le regole. Tutti tremavano di fronte a te.
Ma sei stata anche la persona con la quale abbiamo riso di più, con la quale ci siamo confrontati tutti, nessuno escluso, dagli insegnanti ai bidelli, con la tua ironia e con il tuo modo di sorridere e di fare.

Quante risate ci siamo fatti anche in Tua presenza, quando c'erano ragazzi che Ti imitavano. E Tu non hai mai neanche lontanamente sentito la cosa come una offesa. Perchè sapevi che ti portavamo rispetto. E sapevamo che in fondo in quei momenti eri come noi.

Ma ora basta. E' malinconia quella che sto trasmettendo e non voglio. Volevo soltanto imprimere questo messaggio, parole che probabilmente non avrei mai avuto il coraggio di dirTi a voce.
E' stato bello. Davvero. E io ora non posso altro che sperare che Tu sia finalmente libera da tutto. Ci hai lasciati amareggiati, stupiti, attoniti e senza parole.
Ma allo stesso tempo hai lasciato dietro di Te solide fondamenta che ci permetteranno di continuare la nostra vita. Perchè è questo quello a cui Tu più tieni giusto?
E io lo rispetterò. Andrò avanti. Andrò avanti come mi hai insegnato, porterò sempre nel cuore la Tua voce, il Tuo modo di fare, il Tuo senso del dovere e la Tua costanza.
Ora mi serve per poter affrontare il vuoto che ho dentro.

E spero che come me l'Istituto Isabella d'Este diventi quello che Tu volevi che diventasse. Il tuo sogno dovrà essere realizzato, perchè siamo tutti in debito nei Tuoi confronti. Hai dato la vita anche per questo.
Addio cara professoressa

Arrivederci e GRAZIE di tutto cuore

cara Maria

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