C: Buongiorno.
Doct: Buongiorno signorina. Nome, sesso e generalità.
C: Il mio nome è Amaterasu Oomikami, ispirato alla dea dei cieli e del sole. Ma se le fa più piacere può chiamarmi semplicemente LadyOfDarkness lo riterrò comunque adeguato.
Doct: Uh, uh. Che contrasto! Iniziamo placidamente con il primo conflitto! Ma la prego prosegua pure.
C: Bene a che eravamo arrivati? Giusto, il sesso. Femminile. Almeno credo. Così mi dicono, non ne sono mai stata così sicura.
Doct: Cosa trova di insicuro in questo?
C: Non lo so è strano, da quello che dicono gli altri. Sesso femminile implicherebbe che mi piacciano gli uomini, ma mi piacciono le donne. Questo mi perplime. Forse. O forse non più di tanto.
Doct: Signorina ci sono molte cose che nella vita non capiremo mai. Quest è una di quelle più insignificanti e stupide. Può procedere tranquillamente senza dargli troppa ragione.
C: Sì, ma Lei nel resoconto dovrà pur segnare qualcosa...
Doct: Segneremo donna, tendenza al femminile con tratti maschili e testosterone elevato (ride) Ma non si curi di ciò che dovrò fare io, non è di sua competenza. Una descrizione troppo analitica tradotta in termini medici la turberebbe soltanto, inutilmente. Procediamo oltre.
C: La mia generalità più comune è la multipersonalità. Penso che voi la chiamiate disturbo psicologico, sdoppiamento della personalità, più volgarmente detto. Sapete com'è... di giorno Jekill di notte Hyde. Più o meno. Una cosa del genere.
Doct: Cosa la porta a pensare ciò?
C: Il mio modo di relazionarmi alle persone. Sono capace di essere due cosa in una. Questioni di tempi... probabilmente. E poi la notte sono altro ancora. Non saprei definirlo. Forse semplicemente multipersonalità... certo non sono solo due. Un caso particolare direi.
Doct: Non così particolare come Lei crede.
C: E' bravo Lei a generalizzare e rendere comune tutto ciò che le si dice, vero? Ma penso che questa sia la peculiarità di ognuno di voi.
Doct: E' il nostro lavoro.
C: Già, uno sporco lavoro che qualcuno dovrà pur fare no? Lei ha figli?
Doct: Non siamo qui per parlare di me. Lei è qui per uno scopo preciso immagino.C: Già, immagino anch'io. Ma Lei non è uno psicologo, è un chirurgo. Quindi non mi dilungo più di tanto nei fatti.
Doct: Allora perchè Lei è qui?
C: Ho bisogno di una operazione.
Doct: Di che genere? Dalla sua cartella medica non risulta nulla che non vada.
C: Ho un tumore.
Doct: E cosa glielo fa pensare?
C: E' qualcosa che ho sin dalla nascita. Una cisti che è stata trattata in modo errato e che adesso sta infettando tutte le mie cellule.
Doct: Allora sarà sicuramente qualcosa di operabile. Le consiglio di farsi ricoverare, penseremo noi a tutti gli accertamenti necessario.
C: Ma io non voglio operarmi.
Doct: Allora perchè è qui?
C: Devo ancora scoprirlo.
Doct: Signorina, un tumore è qualcosa di molto pericoloso che potrebbe portarla alle estreme conseguenze, questo lo sa?
C: Probabilmente è per questo che sono qui. Ma so di sicuro che non voglio operarmi. Sa com'è, conflitto interiore.
Doct: Di cosa ha paura?C: Che operandomi poi in un futuro ricresca di nuovo. Il post operazione si sa è doloroso. Anche la riabilitazione nonè uno scherzo. Soffrire per poi scoprire che è ricresciuto e che soffrirò di nuovo gli stessi tormenti iniziali che ho passato con tanta fatica non mi alletta più di tanto.
Doct: Ma se non si opera può dire addio al suo futuro. O nella migliore delle ipotesi può conviverci per sempre.
C: Sto imparando a farlo.
Doct: Allora non riesco proprio a spiegarmi come mai Lei sia qui.
C: Perchè inizia ad opprimermi. Lo sento dappertutto, sulla bocca del mio stomaco, sulla punta dell'utero, all'interno del mio cervello. Mi blocca.
Doct: Cosa precisamente le impedisce di fare?
C: Mi impedisce di vivere.
Doct: E allora lo ammetta che è qui per estirparlo.
C: Non posso. Una delle mie tante coscienze dice di non farlo, assolutamente.
Doct: E perchè, se le provoca così dolore?C: Perchè mi sentirei privata di ciò che fa parte di me da tempi che non ricordo. Sa com'è. Sentirsi spogliati.
Doct: La trova una difesa?C: ...ed una buona attenuante, soprattutto.
Doct: Ma c'è qualcosa che non va.
C: Si sta espandendo. Si fa sempre più grande ogni giorno. Il vomito è sempre più frequente e la debilitazione fisica ormai è diventata la mia Natura.
Doct: Allora reagisca. Cosa cerca?C: Nulla
Doct: Allora non sarebbe qui.C: ....(
pensa)... che mi lasci in pace.
Doct: E la notte?C: La notte posso fare quello che voglio. Non devo rendere conto a nessuno.
Doct: E lui?C: Lui vuole così. Mi cerca per questo.
Doct: E Le sta bene?C: Se mi lascia in pace dopo, sì.
Doct: E dopo che succede?
C: Dopo c'è il giorno.
Doct: E la sua ragazza?C: Non ho una ragazza.
Doct: Ma vorrebbe.C: No. Sarebbe un'altra persona a cui dare. E il tumore non me lo permette.
Doct: A lui sì, però.
C: Lui è radicato in me. E' colui che alimenta la cisti.
Doct: E Lei glielo permette?
C: Non soffro più.
Doct: Ma è in questo studio.C: Perchè una dele mie tante personalità mi ci ha portata.
Doct: E ora con chi starei parlando?
C: Con la recidiva.
Doct: Pensa davvero di riuscire a vivere ancora con questo tumore?C: L'ho fatto fino ad ora.
Doct: E lei cosa ne pensa?
C: Lei chi?
Doct: La sua ragazza, ovvio.C: Le ho detto che non ho una ragazza.
Doct: Ma ci sarà. E comunque qualcuna a cui tiene...
C: Nessuno. Non devo dar conto.
Doct: E' proprio sicura che bisogni dar conto per avere qualcuno?C: E cosa sennò? Siamo comunque animali.
Doct: Gli animali possono vivere anche solo facendosi accarezzare.
C: Io no.
Doct: E chi gliel'ha detto?C: Me l'ha insegnato lui.
Doct: E tutti sono come lui?
C: Probabilmente la persona a cui tengo si.
Doct: Allora c'è.C: Non c'è. Potrebbe. Ma se non lo voglio non ci sarà.
Doct: E il tumore avrà infettato qualche altro organo.
C: Già.
Doct: E tornerà in questo studio.C: Buon per lei, la pagano per questo.
Doct: E Lei fa sempre ciò che è buono per gli altri, vero?
C: Sono propensa.
Doct: Anche se fosse qualcosa che non le va?C: A niente c'è limite. Dare per me non ha un valore così pesante.
Doct: E ricevere?
C: Cosa?
Doct: Ricevere per Lei che valore ha?C: Non lo so. Non ho mai ricevuto.
Doct: Perchè?
C: Perchè non lo volevo.
Doct: Ma ci avrà pensato, no?C: Sì. Ma il tumore me l'ha impedito.
Doct: Il tumore o lui?
C: Tutt'e due.
Doct: E se qualcuna vorrà darLe qualcosa?C: La negherò semplicemente.
Doct: Anche se vuole?
C: Sono brava a non volere le cose che voglio. Me l'ha insegnato il tumore.
Doct: Che è un'attenuante.C: Già.
Doct: Esiste?
C: Probabilmente no. Ma esiste.
Doct: Perchè a lui dà e alle altre no?C: Perchè le altre non lo meritano.
Doct: Non meritano cosa?
C: La mia sofferenza.
Doct: Se è così convinta che loro vogliano soloquello perchè non lo fa semplicemente?C: Perchè poi lui ci sarebbe anche di giorno.
Doct: E la differenza?
C: Che lui è della notte. Non deve più sconfinare.
Doct: Ha paura di lui?C: Molta.
Doct: E di loro?
C: Anche.
Doct: Allora lui già c'è. Sarebbe la stessa cosa, dunque.C: Sì, ma per ora nella mia testa sono due cose separate.
Doct: Ne è convinta?
C: Vivo nella convinzione di tutto ciò.
Doct: Non vedo allora cosa io possa fare per Lei.
C: Ho un tumore. Lei è un medico. Deve curarmi. Un medicinale. Uno spastico. Droghe. Qualsiasi cosa.
Doct: Lei fuma?C: Sì.
Doct: Da quanto?
C: 7 anni.
Doct: Allora ci penserà il fumo ad ammazzarLa. Non ha bisogno di tranquillanti.C: Dottore mi aiuti.
Doct: Si operi.
C: Non voglio. Non so ricevere.
Doct: Impari.C: Non posso.
Doct: Arrivederci signorina.
C: Arrivederci dottore.